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― Indovina....
― Non saprei.... forse la cestina di margherite che tengo sul cassettone?
― No.
― Il canarino impagliato?
― No.
― La carrozzina a quattro ruote che mi regalò lo zio Giampaolo per il Corpus Domini?
― Neppure.
― O dunque? Non mi tenga più in curiosità, sor Albertino, me lo dica.
― Ebbene, giacchè vuoi assolutamente così, sarò franco. Quel che desidererei sarebbe.... il pulcino.... quello tuo, che hai allevato così bene.... ―
Successe un minuto di silenzio. La Tonia dette un’occhiata espressiva alla figliuola che, poverina, s’era fatta in viso come un panno lavato; ma nonostante, si diè coraggio e rispose con bel garbo al signorino:
― O che ci voleva tanto a dirmelo subito, sor Alberto? Sicuro; non ha sbagliato, supponendo che il pulcino mi fosse caro oltremodo; si figuri, l’ho tenuto sempre io, e me lo son tirato su, proprio a minuzzoli di pane; ma questo non vuol dire; anzi, sono contenta di privarmene per amor suo.
― Povera Maria, io però non devo permetterlo....
― Perchè mai, benedetto lei? Scusi, o che alle persone a cui si vuol bene si danno solamente le cose che non ci piacciono? Non ci sarebbe male! Già son persuasa che il pulcino non farà che guadagnarci in questo cambio; dalla nostra casa alla sua ci corre! Eppoi lei è così bonino, così amoroso, che spero ne terrà di conto del povero mio pulcino....