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spesso spesso si riunivano tutti insieme, quando a fare una bella merenda, quando a cenare allegramente. Seppi che Albertino, per ordine de’ suoi genitori, aveva regalato alla Marietta un bel vestitino di mussolina in lana e uno scialletto veramente grazioso. Quei doni però furono la mia disgrazia; state a sentire il perchè.

Alcuni giorni avanti la partenza, i due fanciulli stavano passeggiando con la massaia per la viottola del podere, e la Marietta diceva al signorino:

― Alberto mio, lei si è incomodato troppo, non so davvero come contraccambiare le sue garbatezze. Almeno avessi qualcosa che potesse piacerle! Glie l’offrirei tanto volentieri!

― Davvero, soggiungeva la Tonia mi sa proprio male d’esser così poverella e di non trovarmi perciò nella possibilità di farle un regalino adattato alla sua condizione. ―

Alberto stette due minuti zitto; e poi sorridendo e dandomi un’occhiata, della quale non penai di molto a raccapezzare il significato, disse con una vocina tutta miele:

― Eh per quello, siete più ricche di quel che credete, la Marietta specialmente! Ha un tesoro che le invidio, ma che peraltro non avrei mai cuore di chiederle....

― Signorino mio, ― rispose cortesemente la massaia ― ciò che appartiene alla mia bambina è suo....

― Sicuramente; ― soggiunse la Maria ― vorrei vedere anche questa, che il signor Albertino facesse i complimenti con noi! Si spicci, via, a dirmi il nome di questo famoso tesoro.