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Marietta che come tutti gli altri aveva prestato grandissima attenzione alle parole del signor Angelo — dunque le guerre, quando vengono fatte a propria difesa, non son poi tanto da condannarsi; allora, perchè dianzi ne ha parlato con tanta amarezza?

— Perchè se ogni re si contentasse del proprio stato e ogni popolano della sua casupola, non ci sarebbe alcuna ragione di battersi, e vivremmo tutti d’amore e d’accordo. Ma invece non è così, e ci vuol pazienza. Forse Iddio ci preparerà giorni migliori. —

Con queste ed altre chiacchiere sullo stesso argomento s’era fatto tardi e, come piacque al Signore, il piccolo Alberto si decise a consegnarmi alla Tonia, che mi portò subito al pollaio.

I miei fratellini dormivano saporitamente, non così però la mamma, la quale, appena mi vide, cacciò un gran sospirone, e si dispose a farmi delle domande intorno al modo con cui avevo impiegato la giornata; ma io che cascavo dal sonno, la pregai ad aver pazienza fino al giorno dopo, che allora le avrei detto tutto, e mi addormentai placidamente.



VIII.

Muto padroni.


Quei signori si trattennero qualche settimana, e se in casa ci fu baldoria, lascio immaginarlo a’ miei lettori. È vero che essi abitavano un villino annesso all’abitazione de’ contadini, ma essendo tanto affabili e buoni, non stavano punto sull’etichetta, e