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tivo; ora però mi pento con tutto il cuore, e ti chiedo perdono del male che io ti ho fatto, mi perdoni dunque? Posso morire in pace?

― Per carità, gallettino mio, ― risposi singhiozzando ― non mi far codesti discorsi; non ci pensar

più a quelle cose: anch’io ho mancato, sai? piuttosto, mi raccomando, cerca di scappare, chè se fanno tanto d’acchiapparti, sei bell’e spacciato. ―

Il galletto non restò persuaso dalle mie parole, e mosso semplicemente dal desiderio di compiacermi, mi dette un ultimo saluto e si dispose a fuggire.

Ahimè! non fu a tempo. La ruvida mano di Giampaolo lo raggiunse. Io nascosi precipitosamente il capino nell’ala, per non vedere, per non sentire.