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perdonar di tutto cuore e augurare ogni bene a’ nemici nostri.

― Oh mamma, cara mamma! — risposi tutto pentito ― quanto mi vergogno d’aver buttato fuori quelle parolacce, e come debbo esser contento d’avere una madre sì affettuosa e sì buona!

― Via, via, non parliamo di me, che non mette conto; vorrei vederti buono, e basta.

― Non dubiti, sarà pensier mio. Ora mi dica un po’: il galletto, ieri sera tornò presto o tardi? Se la passò liscia?

― Proprio liscia; avrà tardato poco più d’una mezz’ora e quando tornò al pollaio trovò la porticina aperta; i padroni non erano ancora tornati dal lavoro, e io giravo qua e là inquietissima del fatto tuo. Allorchè visto che tutte le ricerche erano vane rientrai in casa tutta piangente, mi dette subito nell’occhio il galletto, che appollaiato sulla sua cannuccia, stava guardandomi con i suoi occhietti maligni. «Di dove vieni?» gli dissi subito; «hai veduto il mio figliuolo?» ― «Io? neanche per idea; sono stato a passeggiar per le viottole, e anzi mi ha fatto specie di non averlo visto punto. Fatevi coraggio, però, egli tornerà, tornerà.»

Immàginati come rimasi e con quali angosce aspettai che si facesse giorno per venire a cercarti. Il buon Dio non permise che io soffrissi più a lungo, e ora, grazie a Lui, ti stringo nuovamente al mio seno.

― Povera mamma, grazie della sua bontà. Ma guardi, ecco la Marietta che si avvicina. ―