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- — 227 — becille, questo stupido, questo cretino di cane (ogni aggettivo era accompagnato da una pedata còsi energica, che temevo ad ogni momento di veder Medoro capitombolare nell’orto) mi fa fare la figura del grullo. Io tiro e lui corre a rimpiattarsi o in un fosso o tra una siepe. Invano m’ingegno di fargli capire con le parole, coi gesti e con le bòtte quale dovrebbe esser l’ufficio suo: è come pestar l’acqua nel mortaio. Mi guarda, guaisce e si butta a pancia all’aria. Mi dici — continuò rivolgendosi all’Enrichetta — a che cos’è buono questo tuo Medoro f —