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_ 212 — gli altri miei figli sulla virtù del coraggio (i piccoli vigliacchi s’erano impauriti alla vista d’un canino cucciolo, entrato, non si sa come, nel giardino) ecco avanzarsi nel viale la signora Carolina in compagnia di Masino. • Essi si diressero verso di noi e ci guardarono a lungo. — Venir così all’ improvviso ! — diceva Masino. — Che vuoi! Io conosco bene il carattere di mio cognato. Si sarà deciso lì per lì ! forse sua moglie, la mia cara sorella Ines, avrà fatto delle difficoltà prima di risolversi a separarsi da sua figlia! Ma suo marito, quando ha messo la testa al muro, non si smuove. — Infine — disse Masino — mandandoci la loro figliuola non ci fanno davvero un bel re gaio. È caparbia, vanerella, infingarda.... — Pur troppo! Ed essi, non essendo riusciti a correggerla, han pensato di mandarla a studiare a Firenze e a metterla, per così dire, sotto la mia tutela. Sanno che io non son cattiva, ma che ho un carattere fermo e ch