Pagina:Baccini - Memorie di un pulcino, Bemporad & Figlio, Firenze, 1918.djvu/127

posso dire di esser M asi no il grande — rispose scherzando il giovine sul cui labbro superiore spuntava una leggiera pelngine d’oro — ma è un fatto che io sono Masino. Favorisca, la prego.... — aggiunse, spalancando l’uscio e invitando la signora ad entrare — parleremo con più agio in salotto. — La signora fece cenno al fiaccheraio di aspettare, e seguì il giovanotto lungo una graziosa galleria adorna di fiori e di quadri, che # faceva capo a un piccolo salottino arredato con tutto il gusto moderno. — Tocca ora a me il dirle il mio nome e le ragioni per cui sono venuta a incomodarla.... — Ella non ha bisogno di dirmi il suo nome — la interruppe Masino, inchinandosi. — Non è lei la signora Ida Baccini, la signora che ha scritto tanti libri per i fanciulli e a cui tutti i fanciulli vogliono bene come a una mamma? — Signor Masino, lei è d’una compitezza squisita! E ciò, naturalmente, m’incoraggia a spiegarle la ragione..