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dosi con un po’ d’impazienza — se non ti spighi meglio....

— E io mi spiegherò! Babbo, lei la conosce bene, non è vero, la Maria vedova, quella che ha un bambino della mia età?

— Non vuoi che la conosca? Sta accanto....

— Ebbene, quella povera donna, giorni sono, si ammalò, e non potè riportare al merciaio la solita dozzina di camicie che cuce settimanalmente. Ora è un po’ riavuta, ma non si regge ritta dalla debolezza; e i quattrini per comprarsi un po’ di carne non ce gli ha; c’è poi il suo bambino Paolino, che non ha scarpe in piedi, e ieri, a questo po’ po’ di freddo, gli era scalzo, babbo mio! Ecco dunque quel che farei. Vorrei dare una diecina di lire alla Maria, perchè si custodisse, e un bel paio di scarpine a Paolino, perchè non patisse più.... Per lei tanto è lo stesso; o che i danari gli spenda in un modo o in un altro, è tutt’una. A me, che vuole, il Ceppo non mi farebbe prò, quando pensassi che accanto a me ci sono delle creature che soffrono d’ogni bisogno.... Che ne dice, babbo?

— Io dico che tu sei un angelo, Masino mio! — esclamò intenerito quel fortunatissimo padre, abbracciando replicatamente il fanciullo. — E non solo tu soccorrerai la Maria, ma la inviterai anche a fare il Ceppo con noi, lei e la sua creatura. Poveretti, così staranno un po’ allegri! A te poi, voglio tuttavia fare un regalino....

— E io l’accetto, babbo, — rispose pronto Masino saltellando per la stanza — l’accetto purchè ne lasci la scelta a me.