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— Oh faccia pure, — rispose cortesemente la Marietta; e rivolgendosi a me:
— Sarà il male di dormire un po’ più domattina. —
Risposi con un sommesso «pio» e mi rassegnai con tanta più facilità, in quanto che pensai che male in quel posticino non ci sarei stato, e che se il fatto narrato dal signorino m’avesse annoiato punto punto, avrei potuto schiacciar qualche bravo sonnellino anche lì.
Scendemmo e trovammo infatti tutta la brigata riunita intorno al focolare.
― Avete fatto il chiasso, eh monellucci? ― disse la signora Clotilde, ravviando i capelli un po’ arruffati del suo bambino, e baciando in fronte la Marietta.
― Oh no, signora, ― rispose quest’ultima siamo stati sulla terrazza a veder tramontare il sole; il signor Alberto mi ha raccontato tante belle cose intorno al suo viaggio in Ispagna. Mi ha parlato specialmente d’una gran città che ha un certo nome....
― Madrid ― suggerì il signor Angelo.
― Precisamente.
― Scommetto io, ― esclamò alla sua volta la signora Clotilde che non ti ha detto nulla del combattimento de’ galli, il quale ha luogo in codesta città!
― Oh mamma, ― interruppe Alberto arrossendo, ― perchè mi vuol mortificare?
― Io? tutt’altro, figlio mio, il combattimento de’ galli è uno spettacolo al quale non avevo piacere che tu assistessi, e ne sai il perchè; tu però, da quel piccosetto che sei, ci volesti andare in tutti i modi. Come andò a finire?
― Non me lo rammenti per carità, mamma...