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a vedermi lì, tutto tremante di freddo; me ne avvedevo dalle occhiate compassionevoli che mi dava alla sfuggita ogni tanto; ma non s’arrischiava a fare alcuna osservazione in proposito.

Soltanto dopo una mezz’oretta buona, disse timidamente:

— Signor Albertino, gli è buio; faremo meglio a

scender giù in cucina, dove si saranno riuniti i nostri genitori; intanto metteremo a letto il pulcino.

— Scendiamo pure; — rispose prontamente Alberto — ti racconterò qualche bel fatto: ma il pulcino deve star con me dell’altro; — e siccome vide che la mia padroncina faceva il muso un po’ lungo, si affrettò a soggiungere:

— Hai paura che gli faccia freddo? Guarda, lo rinvolto per benino nel grembiule e gli lascio fuori solamente la testa perchè possa respirare. Sei contenta?