Pagina:Büchler - La colonia italiana in Abissinia, Trieste, Balestra, 1876.pdf/78


IX.


Continuazione del viaggio — Una tribù amica — Veglia provvida — La iena in aguato — Misera fine d’un paio di scarpe — Ancora un leone — Serbatoî d’acqua — Le noci d’Africa — Il nuovo accampamento.



Allorchè ci rimettemmo in viaggio, ciò che avvenne al dopo pranzo, verso il declinare del sole, la nostra guida ci lasciò e fece ritorno a Zaghà. Procedemmo fino a notte avanzata percorrendo sentieri erti e difficili, attraversando grotte e spelonche, sempre in groppa ai nostri somieri, canterellando sommessamente qualche patrio stornello; ma pur sempre in sospetto, e coll’occhio e l’orecchio pronti al minimo moto, al più piccolo suono. Di tratto in tratto giungeva sino a noi il lontano ruggito di qualche fiera, ciò che produceva nel nostro animo un tal senso da non sapersi descrivere.

Eravamo in buona e numerosa compagnia, eppure quegli echi ci facevano rabbrividire; e non solo gli echi, ma certi lampi sinistri che uscivano di tratto in tratto a fior di terra dalle occhiaie di parecchie iene che, appiattate quà e là tra le macchie, ci stavano tranquille