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722 memorie biografiche

che risolvè sostenere in solenne guisa l’innocenza di sua condotta e risarcire la digradata sua fama. A tal fine pubblicò il suo Appello all’onore ed alla giustizia, ove fin nel frontispizio del libro osava chiamare i suoi giudici i suoi peggiori nemici per essere l’opera stessa il veritiero reso conto della sua condotta ne’ pubblici affari. Ivi si contengono il ragguaglio e la difesa del suo contegno politico sin dal principio e la più dolorosa narrazione de’ suoi patimenti; ma nell’accignersi a trattare questo argomento non avea misurate abbastanza le morali sue forze. Quando passava in rassegna il molto che avea fatto, e il come ne fu compensato, quanto avea meritato e la gravezza de’ sofferti cordogli, l’ardente spirito di Daniele de Foe tramortì all’aspetto di tale pittura; un colpo d’apoplessia lo sopraggiunse prima che avesse compiuta l’opera. Venne ciò non ostante pubblicata qual era da’ suoi amici, e sembra che gli utili ricavati dal venderla sieno stati in allora la sola sorgente del suo sostentamento. Qui termina il periodo dello stadio politico del nostro autore.

Ricuperata la salute, ricuperò anche la mente, ma con cangiato registro. Fu questa la volta che il leggere la storia di Selkirk gli suggerì il primo concetto del Robinson Crusoe; donde fu poi che alcuni avvisarono contrastare all’autore del Robinson il merito dell’originalità. Ma realmente si vede come la storia di Selkirk, pubblicata pochi anni prima di quella di Robinson, ne’ Viaggi intorno al mondo di Ruggero Wordon, possa aver somministrato al nostro autore sì poco al di là dell’ignuda idea d’un uomo posto solo in un’isola disabitata, che diviene cosa affatto di niun momento l’aver tolto il primo cenno di una grande orditura d’immaginazione o dal caso di Selkirk, o da tant’altre storie simili di cui abbiamo abbondanza.

Lo spaccio del Robinson fu rapido ed esteso come già lo abbiamo detto, e proporzionati i vantaggi che n’ebbe l’autore. Ebbero un bell’assalire per tutti i versi quest’opera gli antichi avversari del de Foe. Gli scritti de’ quali sono andati da lungo tempo in obblio co’ nomi de’ loro autori; ma Daniele de Foe, che aveva il pubblico dalla sua, li sfidò tutti quanti, onde nello stesso anno pubblicò un secondo volume con un uguale buon successo: tanto con salda barca e gonfie vele precorse il vento1. Solleticato dalla speranza di più ampi guadagni, e sembratogli inesausto il tema del Crusoe poco dopo pubblicò la sua opera intitolata: Serie meditazioni durante la vita di Robinson Crusoe e sua visione del mondo angelico; visione e meditazioni che furono ben accolte a que’ giorni, ma che a dì nostri non si cercano più.

Col ritorno dell’amica fortuna, la salute del nostro antico autore si riebbe di più e il vigore della sua mente ringiovenì. Pubblicò nel 1720 la Vita e le piraterie del capitano Singleton, e avendo trovato, almeno sembra, cosa più sicura e in un più proficua il dilettare il pubblico che il riformarlo, continuò, salvo poche variazioni, in tal genere di lavori il rimanente della sua vita.

Le successive sue opere della stessa natura, a ciascuna delle quali va unito un notabile grado di popolarità, benchè niuna d’esse agguagli in fama il Robinson Crusoe, furono il Filosofo muto; la Storia di Duncano Campbell, Notabile vita del colonnello Jack, La bella fortunata, Nuovo viaggio intorno al mondo.

Or ci congederemo dal nostro autore che morì nel 1731 in eta di sessant’otto anni a Londra, a Cripplegate, lasciando in tollerabili circostanze la sua numerosa famiglia.


  1. With steady bark and flowing sail
    He ran before the wind.