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MEMORIE BIOGRAFICHE
DI
DANIELE DE FOE
TRATTE
DA WALTER SCOTT.1
orse fra tutte le opere o istruttive o dilettevoli non havvene alcuna d’autore inglese, che sia stata più generalmente letta e più universalmente ammirata come la Vita e avventure di Robinson Crusoe. È difficile il definire in che consista il prestigio per cui gl’individui d’ogni classe e d’inclinazioni le più disparate ne rimangono inebbriati; ma egli è certo che la maggiorità dei leggitori di questo libro si ricorderà come sia stato desso un fra i primi libri che ha eccitato l’interesse e l’allettamento di lor giovinezza, e come, anche in età più adulta e nella maturità del loro intelletto, abbiano sentito collegarsi tuttavia con Robinson Crusoe tal sentimento che è proprio ed omogeneo a quel periodo della vita in cui tutto è nuovo, in cui tutte le prospettive si mostrano più incantevoli, tutti gli oggetti più luminosi, ancorchè l’esperienza del passato sembrasse fatta per renderli più foschi e sbiadati.
Quest’opera pubblicata la prima volta nell’aprile del 1719, ricevè sin d’allora,
- ↑ Tutta questa vita è tradotta dall’opera di Walter Scott intitolata: Biographical memoir of eminent novelists (Memorie biografiche di eminenti novellieri, Vita di Daniele de Foe). Questa prima parte però sino alla pagina 723, ove essa termina, e che viene contrassegnata con una linea, non è propriamente dello Scott, il quale nella seconda parte, effettivamente sua e non contraddistinta egualmente, dichiara esserne autore il suo chiaro amico defunto, Giovanni Ballantyne.