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674 | robinson crusoe |
farà con essi le veci del mio scritto conducendoli a dedurre dall’evidenza stessa del fatto quanto bestiale sia la loro adorazione.
— Ascoltatemi, signore, conchiuse il mercante; se il vostro zelo vi spinge sì caldamente a mettervi in questa impresa, potete servirvi. Bisogna per altro ch’io vi faccia notare un’altra cosa. Queste nazioni selvagge sono assoggettate sol dalla forza al dominio del czar di Moscovia, e se fate questo, c’è da scommettere dieci contr’uno che un migliaio di coloro si porterà a Nortziousky per chiedere una soddisfazione al governatore; e se questi la negasse loro, ci sarebbe ancora da scommettere dieci contr’uno che si ribellerebbero. Avreste fatto nascere in questi paesi una nuova guerra con tutti i Tartari.»
Questa osservazione, lo confesso, sedò per un pochino di tempo i pensieri che mi bollivano per la testa; ma essi tornarono sempre su lo stesso cantino, e tutta la giornata m’andai lambiccando il cervello a studiare, se par vi fosse qualche possibilità di mandare ad effetto il mio disegno. Verso sera il mio Scozzese, incontratomi a caso al passeggio fuor delle mura della città, tornò a parlarmi.
— «V’ho un po’ distolto dal pio disegno, di cui m’avevate parlato in giornata. Se ho a dirvela, me ne sono trovato alquanto pentito; perchè nell’abborrire l’idolatria non la cedo a voi.
— Vi dirò; me ne avete distolto alcun poco circa al modo dell’esecuzione. Non crediate per altro di avermelo cacciato fuor della testa. E credo che arriverò a metterlo in atto prima di abbandonare questa piazza, quand’anche il governatore, per dare una soddisfazione a quegl’idolatri, dovesse consegnarmi nelle loro mani.
— Che cosa dite? Dio ve ne guardi dall’essere consegnato nelle mani d’un tal branco di mostri! Non credo nemmeno che il governatore lo farebbe. Sarebbe lo stesso che mandarvi ad essere trucidato.
— E che cosa credete che mi farebbero?
— Ve lo dico subilo, narrandovi come aggiustarono per le feste un povero Russo, che andò a pungerli nella loro religione, come faceste voi, e che presero prigioniero dopo averlo storpiato con una freccia, affinchè non potesse fuggire. Primieramente lo spogliarono de’ suoi panni finchè fosse nudo del tutto; poi lo collocarono ben assicurato su la cima del loro idolo mostro; gli si posero in un grande circolo attorno a tiro d’arco; indi gli lanciarono tante frecce