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alcuna città di qualche nome, le cose che ci apparvero più da notarsi furono:

Primieramente, diversi fiumi che corrono tutti a levante. Come ritrassi dalle carte che alcuni della nostra carovana avevano con loro, appariva chiaramente che i predetti fiumi andavano a versarsi nel gran fiume Yamour a Gamour, il quale poi pel naturale suo corso deve andare a gettarsi nel mare Orientale o Oceano Chinese. Quanto a certa storia che fa turar questo fiume da giunchi di gigantesco calibro, di tre piedi circa di grossezza e di trenta di lunghezza, mi sia permesso il dire che non la credo più che tanto. Non è navigato, perchè non vi è nessuna sorta di commercio da quella banda, e perchè i Tartari, ai quali soltanto appartiene, non avendo altra sollecitudine fuor quella de’ loro armenti, non v’è stato a mia saputa nessuno che abbia avuta la curiosità o di andare alla foce del fiume con barche, o di venirne con bastimenti, almeno, ripeto, a quanto so io. Una cosa certa si è, che correndo a levante per una latitudine di circa cinquanta gradi, in quella latitudine stessa trova un oceano ove scaricar le sue acque. Colà dunque siamo sicuri di un mare.

Alcune leghe a settentrione del Yamour vi sono alcuni considerabili fiumi che, come questo a levante, corrono a settentrione e vanno tutti ad unire le loro acque nel gran fiume Tartaro, così detto dalle popolazioni settentrionali de’ Mongoli Tartari, primi Tartari della terra, al dir de’ Chinesi, e che in sentenza de’ nostri geografi, sono i Gog e Magog commemorati dalla Scrittura. Tutti questi fiumi, come molt’altri di cui dovrò parlare, correndo a settentrione, fanno una evidente prova, che l’oceano settentrionale ricigne la terra da quella parte. Non sembra dunque affatto ragionevole l’immaginare colà un prolungamento di continente che si congiunga all’America; ch’è quanto dire, che non v’è comunicazione tra i mari, settentrionale e orientale. Ma su tale argomento non m’interterrò oltre; fu l’osservazione che mi occorse allora, e per conseguenza le ho dato luogo in questa parte della mia storia.

Dal fiume Arguna proseguito il nostro viaggio comodamente e a piccole giornate, dovemmo professarci grati alle cure che si è preso il sovrano della Moscovia d’innalzar città e castella più che ha potuto, ove i suoi soldati stessero di guarnigione: alcun che di simile alle stazioni di soldati che i Romani mettevano nelle più remote