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mettere in panna il bastimento in modo che vennero appunto ad incontrare la fiancata di cinque de’ nostri cannoni, un de’ quali portò via la poppa della barca più addietro, di cui la ciurma fu necessitata calar le vele e correr tutta su la prora per impedire al legno di andare a fondo. Ma vedendo intanto che la barca più avanti seguitava a correrci in verso, ci allestimmo a fare fuoco contra lei sola.

Mentre questi fatti accadeano, una delle tre barche rimaste addietro, più avanzata nondimeno dell’altre due, si affrettò in soccorso della consorella disalberata, e vedemmo quando ne riceveva la ciurma che non potea più starci entro. Prima di far fuoco su la prima barca che continuava sempre, come dissi, a correrci in verso, la chiamammo un’altra volta a parlamento, offrendole tregua; tanto che si schiarissero i motivi per cui l’aveva contro di noi. Ma non diede veruna risposta, e l’avevamo omai sotto poppa. Allora il nostro cannoniere, che la sapea veramente lunga nel suo mestiere, trasse innanzi i suoi due cannoni da caccia e la salutò con la mitraglia; ma fallitogli il colpo, la ciurma si diede a gridare e ad agitar