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si facea tra l’amico e me, questi mi si voltò con un sorriso d’amichevole ironia, che alludeva all’indolente mio temperamento.

— «Ah! non va bene così? Non è mo meglio far di questi viaggi, che star qui a passeggiare come uomini sfaccendati e perdere il tempo a contemplare la stupidezza e l’ignoranza di questi pagani?

— Dite la verità, amico mio, gli risposi; anzi comincio a convertirmi ai principî del trafficante. Ma, aggiunsi, ho l’onore di dirvi, che non sapete fin dove io possa andare col mio zelo di convertito. Se arrivo una volta a vincere la mia svogliatezza per gli affari, e ad imbarcarmi di buon cuore qual trafficante, vecchio qual mi vedete, vi tiro qua, là, per tutte le parti del mondo sino al segno di straccarvi: perchè se giungo a mettermici dentro con calore, non vi lascio più quieto.»

Ma per non essere prolisso su questa nuova mia vocazione, vi dirò come poco dopo arrivasse al Bengala un bastimento olandese che veniva da Batavia, non di foggia europea, ma di quelli quivi detti costeggiatori, che portava circa duecento tonnellate. I marinai, così costoro davano a credere, aveano sofferte tante malattie, che il capitano si trovò sprovveduto di braccia per commettersi nuovamente al mare, e poichè avea, così appariva, fatto danari abbastanza, o per altre sue ragioni, volea tornare in Europa, fece divulgare la sua intenzione di vendere il bastimento. Venutomi ciò all’orecchio prima che il mio nuovo socio ne fosse informato, venni a trovarlo, dicendogli la cosa e manifestando il pensiero che avrei avuto di comprare quel bastimento.

— «È veramente un po’ troppo grosso, mi rispose. Nondimeno compriamolo.»

Di fatto lo comprammo, e, intesici col capitano, ne sborsammo il prezzo e ne prendemmo possesso. Ciò fatto, deliberammo di tenere con noi gli uomini del bastimento stesso, aggiugnendoli a quelli che già avevamo. Ma in un subito, e appena ebbero ricevuto, non già i loro salari, ma la propria parte del danaro da noi sborsato pel bastimento (questo lo sapemmo più tardi) non si lasciarono più trovare. Dopo averli cercati un bel pezzo, ci fu detto finalmente, che tutti insieme erano partiti per terra alla volta di Agra, città capitale del Gran Mogol, donde divisavano trasferirsi a Surate, e di lì imbarcarsi sul golfo Persico.

Lo credereste? mi augurava d’essere andato con loro, e nulla da