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presente al saccheggio di una città o alla presa per assalto di una fortezza. Aveva bensì udito dire che Oliviero Cromwell nell’impadronirsi di Drogheda, città dell’Irlanda, avea sterminato uomini, donne e fanciulli, come aveva letto che il conte di Tilly nel saccheggio di Magdeburgo fece trucidare ventiduemila uomini d’entrambi i sessi; ma non ebbi mai idea prima d’allora di simile atrocità: onde mi è impossibile il descriverla, e il descrivere soprattutto l’abbrividire che feci io non meno di mio nipote e dello scrivano. Pure andammo avanti; tanto che giugnemmo innanzi alla città fattasi impenetrabile, perchè tutte le contrade erano padroneggiate dal fuoco.

Il primo oggetto che ne si presentò furono le rovine di una casa o capanna, o piuttosto le ceneri, perchè l’edifizio era affatto consunto; e innanzi ad essa visibilissimi alla luce del fuoco giaceano quattro donne e tre uomini uccisi e, come ne sembrò, un’altra o altre due creature spiranti in mezzo ai vortici delle fiamme. In somma, vedemmo tali vestigia d’un furore del tutto barbaro e posto fuor d’ogni confine della natura umana, che ne diveniva impossibile il credere autori di tanto misfatto i nostri uomini; o, se erano stati, giudicavamo ciascun d’essi meritevole del più atroce supplizio.

Ma qui non consisteva il tutto: in maggior distanza vedemmo aumentarsi la fiamma dinanzi a noi e da quella parte ne venivano ululati crescenti col crescere dell’incendio. Non vi so dire quanto rimanessimo attoniti. Facemmo alcuni passi di più; e ne fece attoniti il correre in verso a noi di tre donne ignude che pareva avessero l’ali e, dietro ad esse, sedici o diciassette uomini nativi, presi da uguale costernazione, inseguiti tutti alle spalle da tre di que’ nostri macellai inglesi, i quali vedendo di non poter più raggiugnere quegl’infelici fecero fuoco fra essi; e un di questi cadde morto dalle loro palle sotto ai nostr’occhi. Non appena gli altri fuggitivi ci videro, credettero esser noi pure loro nemici e venuti lì con intenzione non diversa da quella de’ lor persecutori; onde misero le più disperate grida, massimamente le donne, due delle quali caddero per terra, già morte dallo spavento.

Mi si serrò il cuore, mi si agghiacciò il sangue al veder ciò, e credo che se i tre Inglesi, da cui erano inseguiti quegli sfortunati, venivano innanzi di più, avrei fatto far fuoco sovr’essi da chi mi accompagnava. Cercammo dunque un qualche modo di dar a intendere