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circa sette anni con quelle donne, abbiano insegnato loro a parlare l’inglese ed anche a leggerlo, benchè le donne stesse sieno, a quanto ho potuto discernere, dotate di sufficiente intendimento e capaci d’istruzione, pure i così detti loro mariti non hanno pensato finora ad ammaestrarle in nulla che riguardi la religione cristiana, in nulla, in nulla affatto! Quelle poverette non sanno nemmeno che ci sia un Dio, nè che bisogni adorarlo, nè in qual modo vada adorato e servito; non le hanno fatte accorte che la loro idolatria o adorazione a che cosa, non lo sanno tampoco esse, è falsa ed assurda. È questa una negligenza imperdonabile e tale che Dio ne potrebbe domandare ad essi il più stretto conto e fors’anche strappar dalle loro mani il frutto delle loro fatiche (oh quanto affetto e fervore metteva nel dir tali cose!). Io son persuaso che, se questi uomini vivessero nei barbari paesi donde hanno levate quelle donne, i selvaggi si darebbero per farli idolatri, per condurli ad adorare il demonio, maggiori pensieri di quanti al certo se ne presero questi Inglesi per istruire le loro donne nella conoscenza del vero Dio. Badatemi, signore. Benchè io non professi il vostro culto, nè voi il mio, pure non vi so esprimere il contento che avrei se quelle schiave del demonio e suddite del suo regno imparassero almeno i principî più generali del cristianesimo; se arrivassero se non altro ad udire parlare di Dio, d’un Redentore, della risurrezione e d’una vita avvenire. Queste cose le crediamo pur tutti! almeno sarebbero più vicine ad entrar nel grembo della vera chiesa di quello che ci sieno adesso professando in pubblico l’idolatria e l’adorazione del demonio.»

Qui non potei più rattenermi; me lo strinsi al petto, lo abbracciai con effusione di tenerezza.

— «Oh! quanto io sono stato lontano, esclamai, dall’intendere i doveri più essenziali d’un Cristiano e dall’amare sì forte il bene della chiesa cristiana e dell’anime degli uomini di tutta la terra! Appena ho capito che cosa voglia dire, che obblighi porti con sè l’esser Cristiano!

— Non dite così, caro signore: le cose addietro non avvennero per vostra colpa.

— No; ma perchè non me le presi a cuore al pari di voi?

— Non è ancor troppo tardi, egli soggiunse. Non v’affrettate tanto a condannarvi da voi medesimo.

— Ma che cosa posso farci io? Vedete che sto per partire!