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benchè più onesta che non è il bruciare e l’assassinare; onde fortunatamente tutti erano in piedi e partiti dalle loro abitazioni, quando i tre sanguinolenti sicari vi giunsero.


Altri attentati dei tre mascalzoni, loro disarmamento e sommessione.



G

iunti i tre scellerati alle case dei due che chiamiamo buoni e, trovatele abbandonate, Atkins, che a quanto sembra era il caporione, gridò ai suoi camerati:

— «Brutte novità! Vedi, Giacomo? il nido è qui, ma gli uccelli, che il cielo li maledica! sono volati via.»

Stettero un poco pensando qual motivo potessero avere avuto d’uscire di casa sì presto; poi s’immaginarono che gli Spagnuoli li avessero avvertiti delle contese occorse la sera innanzi. In questa persuasione si pigliarono per la mano giurando l’uno all’altro di prendersi una solenne vendetta degli Spagnuoli. Poi che ebbero stretto questo orrido patto di sangue fra loro, si diedero prima di tutto a sfogare la propria rabbia su le case de’ poveri diavoli che n’erano partiti. Non le bruciarono, ma le diroccarono, le spiantarono sì fattamente, che non nè restò congiunto un pezzo con l’altro, non un pilastro in piede. Lasciarono appena sul terreno un seguo che indicasse ove le case erano prima. Spezzate le domestiche suppellettili, le dispersero qua e là a tanta distanza, che que’ poveretti quando credettero di tornare a casa, ne trovarono degli avanzi un miglio prima di essere sul luogo. Dopo questa bella faccenda schiantarono quante giovani piante quegli sfortunati vi aveano avviate; mandarono alla malora i ricinti che s’aveano fatti per custodirvi il lor piccolo armento o le poche lor messi; in una parola misero a sacco,