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render grazie della sua liberazione al Signore; dalla quale opera sfortunatamente e fuor di tempo lo distogliemmo. Che volete? realmente lo credemmo preso da uno svenimento; ma egli mi parlo con calma, ringraziandomi e dicendomi come stesse in quel tempo adempiendo i propri debiti verso il Signore che lo avea salvato; che nondimeno, soddisfatto a tale obbligo col suo Creatore, non avrebbe omessi verso di me gli ufizi che si conveniva.

Afflittissimo d’averlo disturbato, non solamente lo lasciai quieto, ma feci che altri non lo interrompessero nelle sue orazioni. Rimasto in quella postura tre minuti, o poco più, dopo che ve l’ebbi lasciato, venne a cercarmi come avea promesso di fare. Con accento grave ed affettuoso, e con le lagrime agli occhi ringrazio me perchè con l’aiuto di Dio aveva restituito lui e tante miserabili creature alla vita.

— «Io non vi stimolerò, gli risposi, a ringraziar Dio piuttosto che me, perchè vedo che la prima cosa l’avete già eseguita. Circa a me, circa a quanto abbiamo fatto noi, non fu più di quello che la natura e l’umanità dettano a tutti gli uomini, anzi tocca a noi ringraziar Dio che ci ha benedetti al segno di essere stromenti della sua misericordia verso un sì grande numero di sue creature.»

Dopo di che il giovine sacerdote datosi a conversare co’ suoi compatriotti molto s’adopero a sedarne gli animi. Persuadeva, pregava, ammoniva, argomentava con essi, e fece l’estremo di sua possa per contenerli entro i limiti della ragione; con alcuni riuscì, benchè i più rimanessero ancora per un pezzo fuori di senno.

Non ho potuto starmi dal consegnare al mio scritto tali particolarità, che potranno forse per coloro cui cadrà un dì fra le mani tornare utili a governare le stravaganze delle proprie emozioni; perchè se un eccesso di gioia può tenere uomini per sì lungo tempo fuor dei limiti della ragione, a quali stravaganze non ci condurranno l’ira, la rabbia, la sete della vendetta? Io stesso veramente da questo caso ritrassi una scuola: quella cioè che non possiamo mai troppo far la guardia alle nostra passioni, procedano esse dalla gioia e dalla felicità o dalle ambasce e dall’ira.

Fummo alquanto disturbati da queste stranezze d’una gran parte de’ nostri ospiti pel primo giorno; ma poichè ebbero avuto letti, sostentamento e ristori quali poteva offrir loro il nostro vascello; poichè ebbero fatta una sontuosa dormita, e ciò avvenne ai più,