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ne affermava di stare benissimo. Prese una sorsata di cordiale offertagli dal chirurgo; in una parola, era un uomo riavuto del tutto. Passato un quarto d’ora, si dovette correre in cerca del chirurgo (che stava traendo sangue ad una Francese svenuta) per dirgli che il prete si era buttato matto del tutto. A quanto apparve egli avea principiato a meditare sul portentoso cangiamento che lo avea tratto in un subito da morte a vita, la qual considerazione nel primo istante lo trasportò in un’estasi di gioia, di lì a poco la circolazione dei suoi spiriti vitali essendosi fatta più violenta e sproporzionata con quella del suo sangue, questo si accese e gli generò una gagliarda febbre. Se lo avessero portato all’ospedale dei pazzi niun uomo in quel punto vi sarebbe stato meglio annicchiato di lui. Il chirurgo, non volendo avventurarsi a fargli un’altra cacciata di sangue, gli diede un rimedio per sopirlo e conciliargli il sonno: rimedio che fece effetto perchè il nostro prete nella mattina appresso si svegliò sano affatto di mente e di corpo. Il prete giovine, più abile nel dominare le proprie emozioni, mostrò in sè stesso il vero esempio d’una mente retta e giudiziosa. Al suo primo entrare a bordo, prosternò a terra la faccia in atto di