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alimento, facendo grande guasto ne’ villaggi, ove sorpresero le case de’ contadini, divorarono i loro armenti e cavalli e qualche creatura umana pur anche. Ci toccava passare da un tristo luogo; perchè il nostro conduttore ne disse che, se pure i lupi erano scesi in quelle campagne, gli avremmo trovati ivi. Era questo luogo una piccola pianura circondata di boschi da tutti i lati, che metteva entro una angusta gola, donde dovevamo passare per uscire della foresta, che ci avrebbe di poi condotti al villaggio ove dovevamo pernottare.

Prima di arrivare al tristo sito indicatoci dovevasi entrare in un bosco, ove ci trovammo mezz’ora prima di sera; poco dopo il tramonto eravamo nella pianura. Niuna cosa notabile ne era occorsa nella prima selva; e la sola cosa che ci accadesse nella piccola pianura si fu il vedere, non più in là d’un quarto di miglio, cinque grandi lupi attraversare la strada correndo con grande prestezza l’un dietro l’altro come ad una preda che avessero già in mira. Essi non badarono a noi, e ben presto non li vedemmo più.

Quindi il nostro conduttore che, noteremo qui per parentesi, era un solennissimo poltrone, nè avvertì di metterci su le difese, perchè, a quanto credea, saremmo stati poco a vederne degli altri. Noi di fatto allestimmo i nostri moschetti; ma il fatto è che non ci occorsero lupi per tutta la traversata del bosco che era lunga circa una mezza lega. Bensì entrati nella pianura, non avemmo penuria di queste inamabili creature; e la prima cosa che ne ferì la vista, fu una dozzina di essi affaccendati a succhiar l’ossa, non diremo a mangiar le carni, chè non ce ne restavano più, d’un povero cavallo che aveano sbranato.

Non credemmo a proposito disturbare il loro banchetto, ne i lupi s’accorsero di noi. Venerdì veramente avrebbe voluto che gli permettessi di far qui prove del suo valore; ma io m’opposi risolutamente: capivo bene che avremmo forse avute più faccende di quanto c’immaginavamo. Nè eravamo ancor giunti a metà della pianura, quando cominciammo ad udire a sinistra del bosco spaventosissimi ululati di lupi, poi un momento appresso ne vedemmo un centinaio, che venivano difilato inverso noi, e come in colonne d’esercito guidate da abili condottieri. Da vero la vedeva mal incamminata, nè sapeva troppo come ricevere questi nemici; pure mi parve che il meglio fosse l’ordinarci tutti in linea serrata; e così facemmo in un subito. Indi, affinchè non passasse troppo tempo tra uno sparo