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robinson crusoe | 325 |
Recuperazione del bastimento.
nostri pensieri or dovevano volgersi al rassettamento della scialuppa sguarnita ed alla ricuperazione del vascello.
Il capitano intanto ebbe tempo di parlare a costoro, di rinfacciare ad essi la ribalderia e l’infamia del loro divisamento che, senza dubbio, gli avrebbe in fin del conto condotti d’abisso in abisso, di miseria in miseria, e probabilmente al patibolo.
Mostratisi tutti pentiti da vero, non facevano altro che supplicare per le proprie vite; intorno a che rispose loro:
— «Non siete miei prigionieri, ma bensì del governatore dell’isola. Voi v’immaginaste d’avermi gettato in una spiaggia ignuda e deserta; ma è piaciuto a Dio che capitaste invece in un’isola abitata, il cui governatore per soprappiù è un Inglese. Potrebbe farvi impiccar tutti, se lo volesse; ma poichè vi ha dato quartiere, suppongo che vi manderà in Inghilterra, ove avrete che fare co’ tribunali, e sarete trattati come lo comporterà la giustizia. Da questa disposizione è eccettuato Guglielmo Atkins, al quale devo dire per parte dello stesso governatore di prepararsi alla morte, perchè sarà impiccato domani mattina.»
Benché tutto ciò fosse meramente una finta del capitano, ebbe essa quel miglior effetto che si potesse desiderare. Atkins gettatosegli ai piedi, lo supplicò ad intercedere per lui dal governatore che gli concedesse in dono la vita; gli altri fecero gli stessi atti e supplicazioni per non essere mandati nell’Inghilterra.
In questo mezzo mi nacque il pensiere che il tempo della nostra liberazione fosse veramente venuto, e che non sarebbe difficile l’indurre que’ bricconi caduti in nostro potere a divenire i migliori e più spontanei nostri cooperatori nella ricuperazione del bastimento. Tenutomi sempre in disparte e all’oscuro, perchè non vedessero che