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322 | robinson crusoe |
parecchie ore dalla tornata di Venerdì dalla sua spedizione prima ch’eglino risolvessero d’avviarsi per raggiugnere la scialuppa; e molto prima che ci fossero, udimmo un di loro più innoltrato degli altri gridare ad essi che s’affrettassero, e questi rispondere di non potere correr di più, dolendosi d’essere storpi e rifiniti dai disagi sofferti prima: notizia consolantissima per noi.
Finalmente arrivarono alla scialuppa. È impossibile a dirsi qual fosse la confusione di costoro quando, trovata la scialuppa arrenata alla spiaggia pel calare della marea, s’accorsero de’ due compagni spariti. Arrivarono fino a noi le lor voci, quando si diceano l’uno all’altro con flebile accento ch’erano capitati in un’isola incantata; che o era abitata da uomini, e questi gli avrebbero trucidati quanti erano; o da demoni e spiriti, e questi gli avrebbero portati via e divorati. Gridarono di nuovo chiamando pe’ loro nomi i due compagni che doveano far guardia alla scialuppa; ma nessuna risposta. Poco dopo a debole lume di crepuscolo potemmo vederli correre attorno, far tutte le contorsioni della disperazione, talvolta entrar nella scialuppa per prendere alcun po’ di riposo, poi tornare ancor su la spiaggia e girare attorno e di nuovo entrare nella scialuppa, poi fuori: non sapeano che cosa si facessero.
I miei avrebbero voluto ch’io permettessi loro di piombare d’improvviso su que’ bricconi e coglierli tutti in una volta. Io invece desiderava assalirli con qualche vantaggio, per risparmiarli, o almeno ucciderne il minor numero che potessi; soprattutto poi mi stava a cuore di non rischiare la vita de’ nostri, perchè coloro erano ben armati. Per ciò solo risolvei d’aspettare per veder se si disgregassero alcun poco; e intanto, a fine di non perderne nessuno, feci avanzare la mia imboscata. Nel tempo stesso dissi al capitano e a Venerdì di andare carpone col ventre ben rasente terra, quatti in modo di non essere nè veduti nè uditi, e di averli a tiro il più che potevano prima di arrischiarsi a far fuoco.
Non erano rimasti in tal postura da quadrupedi lungo tempo, quando il guardastiva, che fu un de’ maggiori caporioni dell’ammutinamento, e che or mostravasi il più avvilito e scoraggiato di tutti gli altri, veniva, senza immaginarselo al certo, inverso ad essi con due suoi compagni. Il capitano uditolo parlare e quindi conosciutolo, era sì ansioso d’impadronirsi di questo ribaldo ch’ebbe a stento la pazienza d’aspettare d’averlo più vicino per essere sicuro del suo