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robinson crusoe | 297 |
supplire ai bisogni della mia sussistenza. Sapea quindi in guisa da non dubitarne quanto riso avessi in granaio: provvigione che, quantunque più che sufficiente per me, ci voleva la più stretta economia perchè bastasse per la mia famiglia or cresciuta al numero di quattro. Tanto meno essa sarebbe bastata ai suoi compagni, chè al suo dire ne viveano tuttavia sedici, se fossero capitati tutti ad un tratto. Meno poi ce n’era da potere fornir di vettovaglia un vascello che avremmo fabbricato per veleggiare a quale si fosse delle colonie cristiane in America. Egli dunque mi disse parergli miglior consiglio s’io permetteva ch’egli e Venerdì e il padre di Venerdì lavorassero e coltivassero uno spazio maggiore, e vi seminassero quanta maggior copia di grano si fosse potuta risparmiare; poi si aspettasse la stagione di un altro ricolto; affinchè i nuovi ospiti non capitassero prima che ci fossimo ben provveduti a riceverli.
«Altrimenti, egli diceva, il bisogno potrebbe divenir per essi un fomite di mal umore, nè si starebbero dal pensare in proprio cuore che un tal modo di liberazione fosse stato per essi un torli da un