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268 | robinson crusoe |
Intorno a ciò non posso rimanermi dall’osservare un’altra cosa; ed è come debba riguardarsi infinita ed ineffabile felicità, che le notizie intorno a Dio e alla salvazione dell’anima sieno spiegate sì pienamente nel Vangelo e in guisa sì facile ad imprimersi nella mente e ad intendersi. La sua sola lettura ha bastato a farmi sì accorto de’ miei cristiani doveri, che mi ha condotto direttamente su la via del pentimento de’ miei peccati e, non mi staccando mai con la mente dall’idea del Salvatore della vita ed anima mia, ad una stabile riforma pratica e ad una sommessione perfetta ai divini comandamenti: e ciò senza l’aiuto d’alcun repetitore o maestro, intendo umano. Questa medesima piana istruzione attinta ai santi Libri valse tanto ad illuminare quel povero selvaggio, che ho conosciuti in mia vita ben pochi cristiani degni di stargli a petto.
Quanto a tutte le dispute, controversie e dissensioni e guerre nate nel mondo in materia di religione, sia per cavilli che riguardassero la dottrina, sia su le massime del governo ecclesiastico, erano cose inutili affatto per noi e, se non erro, sono state al rimanente del genere umano. Noi avevamo la guida del paradiso la più sicura, e avevamo, per nostra gran ventura, il confortevole lume dello spirito di Dio che, istruendone con la sua parola e dirizzandoci su le vie del vero, trovava in noi discepoli docili e volonterosi di riceverne i santi insegnamenti. E da vero non so vedere di qual menomo vantaggio sarebbe stata a noi, quand’anche avessimo potuto conseguirla, una più ampia cognizione di controversi punti religiosi che hanno portata tanta confusione sopra la terra. Ma torniamo a ripigliare il filo di questa storia, disponendo ordinatamente gli avvenimenti che restano a dirsi.