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robinson crusoe 19

Raccontatogli allora qualche cosa della mia storia, si abbandonò ad una specie di stravagante collera, quando finii di parlare.

— «Che cosa ho mai fatto io, egli esclamò, perchè mi venisse l’ispirazione di prendermi nella nave un tal miserabile? Non metterei più il piede in una stessa nave con te, per un migliaio di sterlini.»

Questa per altro fu una scappata della sua testa tuttavia conturbata dal ricordo della perdita fatta; perchè veramente eccedè in tal suo dire tutti i limiti della ragionevolezza e della civiltà. Nondimeno mi parlò in appresso con molto senno e posatezza, esortandomi a cercar nuovamente la casa del padre mio, e a non tentare di più la Providenza, s’io non voleva vedere la mia rovina; pretendea riconoscessi in ciò la mano del Cielo, che si chiariva contro di me.

— «Giovine mio, egli concluse, tenetevi ben per sicuro che se non tornate addietro, ovunque andiate, non troverete altro che disastri ed afflizioni, finchè i presagi del padre vostro sieno avverati del tutto.»

Dopo di questo ci separammo; che ben poche cose io gli risposi: indi nol vidi più. Che strada abbia tenuto in appresso, lo ignoro; quanto a me, avendo un po’ di danaro nella mia borsa, m’avviai per terra a Londra, e sì in questa città e sì lungo il cammino ebbi molte lotte con me medesimo intorno al genere di vita che avrei abbracciato, sempre perplesso fra il tornare a casa ed il rimettermi in mare. Sul tornare a casa, la vergogna rintuzzava sempre quanti migliori pensieri potessero nascermi in mente, perchè la prima idea ad occorrermi, era quella della derisione che avrei trovata fra i miei concittadini, onde arrossiva non solamente di rivedere mio padre e mia madre, ma qualunque altra persona. Da quel momento ho fatto più volte una considerazione: come, cioè, sia fallace ed assurda in generale l’indole umana nell’istituire quei raziocini che dovrebbero guidarci in simili casi; non si ha vergogna della colpa, ma bensì del pentimento; non ci vergogniamo di un’azione che ne merita giustamente il credito di stolti, ma di un ravvedimento che solo potrebbe meritarci il nome di saggi.