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robinson crusoe | 265 |
stabilire la nozione di uno spirito malvagio, della sua origine ed essenza, della sua natura e soprattutto della sua inclinazione a fare il male ed a trascinare nel mal fare anche noi. Laonde il mio povero Venerdì con una domanda naturalissima e affatto innocente mi pose una volta in tale imbarazzo, ch’io non seppi quasi come cavarmene per rispondergli. Dopo avergli parlato un gran pezzo dell’onnipotenza di Dio, della sua avversione al peccato, avversione che fa essere lo stesso Dio un fuoco struggitore degli artefici d’iniquità; dopo avergli spiegato che questo Dio, come ci avea creati tutti, poteva annichilarne tutti in un istante: dopo tali cose era venuto a dirgli in qual modo il demonio nemico di Dio si stanziasse ne’ cuori degli uomini, e praticasse ogni sua malizia ed abilità per disfare i buoni disegni della Provvidenza, rovinando il regno di Cristo su questa terra, e cose simili.
— «Ma voi dire, Venerdì m’interruppe, che Dio essere sì grande, sì forte; non esser lui più forte, più potente di diavolo?
— Sì, Venerdì; Iddio è più forte del demonio; e per questo preghiamo Dio di metterlo sotto ai nostri piedi e di farci abili così a resistere alle sue tentazioni come a rintuzzare i suoi dardi.
— Ma se Dio star più forte e potente di diavolo, perchè non ammazzar diavolo e così far finire sua cattivezza?»
Oh come rimasi corto a questa domanda! perchè in fin de’ conti, se bene fossi in quel tempo uomo provetto, era un giovanissimo dottore, e male in gambe per far la parte di casista o d’abbattitore di difficoltà. Da vero su le prime non sapeva che cosa dirgli, onde per pigliar tempo mostrai di non averlo capito, e mi feci ripetere ciò che aveva detto; ma troppo ansioso egli era di una risposta per dimenticarsi della fattami interrogazione, onde con le stesse sconnesse parole la rinnovò. Intanto io m’era riavuto alquanto dalla mia sorpresa, onde gli dissi:
— «Dio si riserva all’ultimo di punirlo con severità infinitamente maggiore, quando nel dì del giudizio lo caccerà nell’estremo fondo del baratro infernale per ardervi eternamente.»
La mia risposta non garbò a Venerdì, che tornò all’assalto ripetendo le mie parole:
— «Riservarsi all’ultimo! Me non capire. Perchè non ammazzarlo adesso? non forse gran cattivo abbastanza per ammazzarlo?
— Tanto sarebbe, risposi, se mi chiedeste perchè non ammazzar