Pagina:Avventure di Robinson Crusoe.djvu/249


robinson crusoe 209

per accignermi; quale autorità o chiamata avessi io per eleggermi in giudice e punitore di tanti uomini, quantunque colpevoli, poichè il cielo aveva giudicato di tollerarli per tanti secoli e lasciarli impuniti, o, com’era più probabile, farli gli uni contro agli altri gli esecutori degl’imperscrutabili suoi giudizi? Che colpa aveano veramente questi uomini verso di me, e che diritto aveva io di frammettermi nelle sanguinose guerre a morte che gli uni agli altri moveansi? Spesse volte io chiedeva a me medesimo: So io forse qual giudizio lo stesso Dio ha profferito in tal caso? Egli è certo che quegli sciagurati non fanno ciò per commettere un delitto; non operano a malgrado dei rimorsi della propria coscienza o ad onta di un lume celeste che rimproveri ad essi la loro azione; non sanno di commettere un peccato; quindi lo commettono senza credere di provocare lo sdegno divino, come accade a noi in molta parte delle colpe nelle quali cadiamo. Essi non pensano maggior delitto l’uccidere un prigioniero fatto in guerra più di quanto ci facciamo scrupolo noi di macellare un bue; non di mangiar carne umana più che non faccia raccapriccio a noi il mangiar quella di castrato.

Poichè ebbi pesata un poco questa materia, ne venne di necessaria conseguenza l’aver io conosciuto che era dal torto, e che quegli uomini non erano assassini nel senso in cui io gli aveva condannati; nè più di quanto sieno que’ Cristiani che spesse volte uccidono i prigionieri fatti in battaglia, o di quanto sieno in molti casi coloro che passano a fil di spada un esercito di nemici senza conceder loro perdono, ancorchè, sottomettendosi, abbiano abbassato le armi1. Appresso io pensai che, quantunque fosse brutale e spietata l’usanza che si faceano buona gli uni con gli altri, quella di divorarsi a vicenda, questa non mi pregiudicava in nessuna maniera: essi non m’aveano fatto ingiuria di sorta alcuna. Certo se avessero attentato alla mia vita, o se avessi veduto cosa indispensabile alla mia immediata salvezza l’assalirli, ci sarebbe stato alcun che da dire in difesa di tale mio atto; ma siccome io era tuttavia fuori delle loro mani, nè essi aveano realmente alcuna cognizione di me, nè per conseguenza alcun disegno sopra di me, sarebbe stata un’ingiustizia per parte mia l’avventarmi loro. Altrimenti avrei giustificata la condotta degli Spagnuoli per tutte le atrocità che fecero nell’America, ove

  1. L’autore scriveva nel 1719. Forse nel 1838 non avrebbe scritto così.