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O madre mia! se voleste pronunziare una vostra parola presso mio padre, affinchè mi lasciasse una volta soltanto fare un viaggio dintorno al mondo, tornato a casa, ove tal vita non mi conferisse, non parlerei più d’andarmene: in tal caso, ve lo prometto io, raddoppierei la diligenza, e saprei riguadagnare il tempo perduto.»

Ciò pose mia madre nella massima agitazione.

— «Non vedo, ella disse, come una tal proposta possa mai esser fatta a tuo padre. Egli sa troppo bene qual sia il tuo vero scopo per prestare giammai il suo assenso ad un partito di tanto tuo scapito; non capisco nemmeno come tu possa pensar tuttavia a cose di simil natura dopo il discorso di tuo padre, e dopo sì tenere ed amorose espressioni che adoperò teco; perchè io so qual discorso ti ha tenuto. Figliuolo caro, se vuoi rovinarti da te medesimo, non sarò io quella che t’aiuti a farlo; sta pur sicuro che l’assenso de’ tuoi genitori non l’otterrai in eterno. Quanto a me, certamente non voglio il rimorso di aver prestata mano alla tua distruzione, nè che tu abbi mai a dire un giorno: Mia madre acconsentiva ad una cosa che mio padre disapprovava.»

Benchè mia madre ricusasse far parola di ciò a suo marito, pure, come lo riseppi in appresso, gli riferì tutto questo discorso, e mio padre dopo essersene molto costernato, le disse mettendo un sospiro:

— «Questo ragazzo potrebbe esser felice rimanendo a casa sua; ma se si dà a vagare pel mondo, sarà il più miserabile uomo fra quanti nacquero su la terra; non posso acconsentire a ciò.»