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robinson crusoe | 149 |
agli orci, pure feci con buon successo molt’altre più piccole cose, per esempio brocche, piattelli, pignatte, scodelle ed altri arnesi che la mia mano poteva più facilmente maneggiare, e che il calor del sole ridusse ad una perfetta durezza.
Ma tutto ciò non avrebbe potuto corrispondere ad un mio grande antico fine, quello di procurarmi una pentola di terra che contenesse i liquidi e sopportasse il fuoco, virtù che certo non poterano avere i miei vasi. Molto tempo dopo, avendo fatto un gran fuoco per arrostire la mia carne, mentre ne la ritraeva già cucinata, m’accadde osservare che un rottame de’ miei vasi di terra gettato ivi era divenuto duro al pari d’una pietra, e rosso quanto una tegola. Rimasi gratamente sorpreso a tal vista, perchè pensai che sicuramente si potea far cuocere tutto un vaso, se era atto a cuocersi un pezzo di esso.
Questa scoperta portò tutto il mio studio a prepararmi un fuoco entro cui cuocere alcuni de’ predetti miei vasi. Certo io non avea veruna nozione di fornaci da pignattaio, o del metodo d’inverniciar le pignatte col piombo, benchè alcun poco di questo metallo io possedessi. Ad ogni modo collocate tre grandi brocche e due o tre pentole una su l’altra, poi tutta questa colonna sopra un mucchio di cenere, accesi un gran fuoco tutt’all’intorno, e lo continuai con rinovato combustibile, conducendo la fiamma in guisa che ogni parte