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robinson crusoe 127

In questa stagione ebbi la sorpresa di vedermi cresciuto in famiglia. lo aveva avuto tempo prima il dispiacere di perdere una gatta fuggitami di casa o forse morta, come allora pensai. Non me ne ricordava più, quando a mio grande stupore me la vidi tornare a casa con tre gattini: avvenimento tanto più sorprendente per me in quanto, se bene sul finire d’agosto avessi ammazzato un gatto salvatico, com’io lo chiamava, mi sembrò per altro d’una specie affatto diversa dai gatti europei. Or questi gattini apparivano affatto spettanti alla razza de’ nostri gatti domestici; e d’altra parte i miei due gatti erano femmine entrambi, onde non capiva nulla. Certo è che poco appresso in vece di avere tre gatti mi trovai sì infestato da una popolazione di tali bestie, che fui costretto a sterminarle, come avrei fatto di cimici o di scorpioni e a tenermele lontane da casa più che potei.


Dal 14 al 26 agosto non fece altro che piovere, onde non poteva quasi affatto movermi di casa, chè era divenuto paurosissimo di prendere l’umido. Durante questa prigionia principiai a trovarmi alle strette nelle mie vettovaglie; ma arrischiatomi un paio di volte ad uscire, la prima ammazzai una capra, la seconda, ai 26 dello stesso mese, presi una grande testuggine di mare che fu una lautezza per me. I miei pasti erano ora regolati come segue: un grappolo d’uva secca per la mia colezione; pel mio pranzo un pezzo di capra o di testuggine arrostita, chè sfortunatamente non aveva alcun recipiente