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robinson crusoe | 3 |
migliore del mondo, e la meglio acconcia all’umana felicità; non esposta alle miserie e ai travagli che son retaggio della parte di genere umano costretta a procacciarsi il vitto col lavoro delle proprie braccia; e nemmeno agitata dalla superbia, dal lusso, dall’ambizione e dall’invidia ond’è infetta la parte più alta dell’umanità. Puoi argomentare la beatitudine di un tale stato da una cosa sola: dall’essere cioè esso la condizione invidiata da tutto il resto degli uomini. Spesse volte gli stessi re hanno gemuto sulle triste conseguenze dell’esser nati a troppo grandi cose; onde molti di loro si sarebbero augurati vedersi posti nel mezzo dei due estremi, tra l’infimo e il grande. Poi ti ho mai dato altre prove, altri esempi io medesimo? Ho sempre riguardata una tal condizione come la più giusta misura della vera felicità, e ho pregato costantemente il Signore che mi tenesse ugualmente lontano dalla povertà e dalla ricchezza. Suggellati ciò bene nella mente, figliuolo.
Troverai sempre che le calamità della vita sono distribuite fra la più alta e la inferior parte del genere umano;