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30. Accortomi che il mio pane andava calando a dismisura, venni perciò in grave considerazione; onde fatta la mia rivista, mi ridussi, non senza grave cordoglio, ad un biscotto al giorno.



Effetti del tremuoto su gli avanzi del vascello naufragato.


1 maggio.


N

ella mattina, mentre stava guardando il mare in tempo di bassa, marea notai su la spiaggia alcun che di più grosso dell’ordinario e somigliante nella sua forma ad una botte. Accostatomi, osservai un piccolo barile e due o tre frantumi del vascello naufragato portati a riva dall’ultima tempesta; poi voltando gli occhi alla parte ove il vascello stesso sparì, vidi i suoi avanzi sporgere fuori dell’acqua più che nol facevano prima. Esaminato il barile che era già su la spiaggia non mi bisognò molto a riconoscerlo per un barile di polvere, che per altro inzuppatasi d’acqua si era ammucchiata e divenuta dura al pari d’un sasso. Ciò non ostante la ruzzolai più in su la riva per il momento, indi per far nuove indagini mi avvicinai quanto fu possibile al banco di sabbia ove il vascello perì.

Giunto presso al luogo ov’erano gli avanzi del naufragio, li trovai stranamente spostali; perchè il castel di prua che dianzi era sepolto nella sabbia si era alzato almeno sei piedi; mentre la poppa, andata in pezzi e staccatasi dal rimanente per la violenza dell’acqua poco dopo l’ultima indagine che io feci sovr’essa, parea fosse stata trabalzata e andata a collocarsi in disparte dal rimanente. La sabbia si era tanto addossata d’intorno ad essa che a bassa marea io mi vi poteva accostare, camminando coi miei piedi laddove si trovava prima un ampio tratto di acqua, che mi obbligava a fare circa un quarto di miglio a nuoto se vi voleva arrivare. La cosa mi fece stupore alla prima, ma conchiusi tosto esser questa una conseguenza del tremuoto;