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creduto di dover mutare nomenclatura. Ho pensato però che fosse utile, nei casi di divergenza, il dare anche il nome adottato dal Salvadori, e l’ho posto sotto quello che io ritengo migliore, come feci nella mia Avifauna Italica pei nomi usati dai signori E. von Homeyer e V. Tchusi zu Schmidhoffen nel loro Elenco degli Uccelli dell’Austria-Ungheria, dato per modello al Congresso Ornitologico di Vienna.
Infine il Salvadori ha dato direi quasi il suo veto, ossia ha espresso un dubbio intorno alla convenienza di considerare come italiane alcune specie che io ho creduto di poter annoverare come tali, giunte accidentalmente in Italia; alle obbiezioni del collega ed amico ho risposto volta per volta, ove tratto delle specie in quistione onde qui non ho altro da aggiungere in proposito.
Passo ora senz’altro al primo capitolo del Resoconto dei risultati sinora ottenuti nella inchiesta ornitologica, cioè all’Elenco degli uccelli sedentarî, stazionarî o di passaggio in Italia, coi nuovi nomi volgari e le notizie raccolte dai vari collaboratori distribuiti in ordine geografico per sottoregioni e provincie.