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natieri, Bonfilj. Tutti questi perchè nostri, e buoni, ci diedero poco fastidio.

XXXVIII.

Trattati che precederono le mie nozze.

Alli 15 del mese di giugno cade ogni anno la festa di s. Vito protettore della nostra città, e in quest’anno assistendo io con gli altri alla Messa solenne nella sua chiesa, fissai lo sguardo nella Marchesa Adelaide, Figlia del Marchese Filippo Antici. Uno sguardo chiamando l’altro, passai tutto il tempo della funzione osservando quella giovane e sentendo che mille pensieri passavano nella mia testa. Feci malissimo, perchè nella casa di Dio si deve essere occupati soltanto nel venerarlo, ma troppe cose ho fatte male nel corso della vita. Alli 18 di quello stesso mese cadde la Festa del Corpus Domini, e accompagnandone io la processione, ebbi sempre avanti la giovane medesima. I miei occhj non si staccarono da lei e la testa incominciò a girarmi tanto, che non sapevo pensare ad altro. La giovane era promessa ad un conte Castracane di Cagli, ma si vociferava la sconclusione di quel trattato per esserne scontenta la sposa. La casa Antici abbondante di Figlie e non ancora arricchita come poi, dava piccola dote; e fra quella famiglia e la mia, a fronte della amicizia attuale, esisteva un astiarello antico di cui dirò dopo la ragione, ma un giovane di vent’anni passa sopra a ben altri riflessi, se si sente un po’ riscaldato. Io lo era già oltremodo, e lo fui di più la sera dello stesso giorno, nella quale, andai con qualche pretesto in casa Torri per incontrarvi Adelaide, e vederla un’altra volta. Pensa, pensa, già si sa come doveva finire. La matina dei 21 vado a trovare il cavaliere Carlo Antici fratello della giovane e amico