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del conte monaldo leopardi 47

di sant’Agostino. Nell’ultima sera del triduo il popolo fanatizzato non so come o da chi, si ostinò a domandare che quell’immagine di Gesù crocefisso si portasse in processione per tutta la città, e venendo controdetto con poca prudenza e modi inurbani proruppe in gridi e minaccie sediziose, occupando la chiesa e le strade vicine fino a notte avvanzata. Convien dire che ad onta degli anni miei pochissimi avessi pure ispirata qualche fiducia, poichè venni chiamato a sedare quel rumore, e con poche parole rimandai tutti a casa promettendo bensì la processione che ebbe luogo nella domenica successiva. Questa fu la prima volta che sperimentai con alquanta estensione la benevolenza e la docilità del nostro popolo.

Intorno a questo tempo feci a mie spese un triduo sollennissimo nella chiesa di s. Vito, trasportandovi l’Immagine di Maria Ss. consolatrice degli afflitti che si venera nella chiesa dei padri Cappuccini nella cappella gentilizia della famiglia nostra, ed anche questo fu uno sproposito perchè alla beatissima Vergine piaceva che avessi giudizio, e non che mi disestassi maggiormente con un dispendio dettato forse più dall’orgoglio che dalla pietà.

XXVIII.

Prodigi asseriti di alcune immagini.

In quei giorni in Ancona pregando il popolo nella chiesa cattedrale di s. Ciriaco parve ad alcuno che una immagine in pittura assai venerata di Maria, aprisse e movesse gli occhi pietosamente. Bastarono pochi momenti per diffondere in Ancona e in tutta la Marca la fama di questo avvenimento portentoso, e tutti corsero in quella