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spese non eccessive e quali più, quali meno utili, ma tutte pazze, perchè fatte a forza di debito, laddove in debito si devono comprare solamente il pane, e il mantello. Seguendo però l’ordine dei tempi, tacerò alquanto delle nozze per dare luogo ad altri racconti.

XXVII.

Prima invasione nello Stato.

Nel giugno dell’anno 1796 la Repubblica francese aveva fatto invadere Bologna e scorrere la Romagna dalle sue truppe dichiarandosi così inaspettatamente in guerra col Papa che non la aveva offesa e non poteva pensare ad offenderla. Nell’angustia di questa aggressione inaspettata la Corte di Roma domandò un armistizio e l’ottenne lasciando fratanto Bologna ai Francesi, e consentendo che occupassero Ancona e obbligandosi di dargli in termine corto sei milioni di scudi, e alcune centinaia di statue, pitture, ed altri monumenti. Per la pace definitiva si doveva tenere un congresso in Firenze. Il primo milione passò di qua in quaranta carri pieni di argento e uno d’oro, ma si fermò in Romagna perchè la pace non rimase conclusa, come dirò.

Fratanto tutto lo Stato era nello sgomento più grave per l’accostarsi dei francesi, i quali stanti le atrocità commesse nel regno lor venivano qui pareggiati alle belve, e invocandosi in ogni paese dalla misericordia divina con preghiere pubbliche l’allontanamento di questo flagello, il clero e il popolo nostro si recarono a visitare processionalmente la santa casa in Loreto, e si fece un triduo sollenne al Crocefisso detto di s. Giacomo esposto nella chiesa