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in qualunque nazione del mondo. Coloro che hanno cercato di screditare lo studio della lingua latina o per voglia rabbiosa di novità, o perchè intendevano di recare astutissimamente larga ferita alla religione cristiana, hanno sentito il vuoto che lasciavano in tutto l’ordine sociale, ed hanno pensato al compenso fantasticando da più anni intorno al progetto di una lingua universale. La cosa come ognun vede riuscirà facilissimamente, essendo impresa da nulla il concordare mille milioni di uomini che stanno sopra la terra e il persuaderli a consumare il tempo e l’ingegno per imparare quattro sberlazzi inventati da un Filosofo Pulcinella di Italia di Germania, o di Francia. E dopochè questo Pulcinella Filosofo avrà composto il suo alfabeto geroglifico, e trovate nei campi della luna le radici della nuova lingua, immaginati i nomi i verbi e tutte le altre parti della orazione, stese le regole e i precetti grammaticali, compilato il dizionario di tutte le parole cavate dal suo cervello, istituite centomila stamperie perchè riempiano il mondo dei nuovi scritti; dopochè in una ventina di secoli futuri i Ciceroni, gli Orazi, i Sallusti della nuova lingua ne avranno proposti i modelli nei campi d’opera rispettivi, e tutte le biblioteche saranno piene di libri scritti in questa lingua astratta, e tutti i fanciulli dell’universo in luogo di annoiarsi con il, lo, la, si annoieranno con le nuove Filosofiche Tiritere, quale sarà il risultato di tutto questo travaglio chimico, e veramente pulcinellesco? Forse verrà smentito il decreto di Dio che confuse la favella degli uomini per umiliare la superbia loro e per altri fini imperscrutabili della sua sapientissima provvidenza? No Signor Filosofo mio, no; il decreto di Dio resterà in vigore, con vostra buona licenza; gli uomini intenderanno e parleranno soltanto la lingua della propria nazione; e se vorranno intendere e parlare altre lingue dovranno travagliare a stu-