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ciarla, chiacchiera, inventa, ragiona e discorre di Giacomo Leopardi, non potea mancare d’una monografia, il più possibilmente compiuta, del padre di lui. Io l’ho tentato: altri giudicherà se la mia impresa fu vana o degna di qualche considerazione.1

  1. Hanno discorso più o meno diffusamente di Monaldo (a tacere d’altri scritti minori) il conte Severino Servanzi-Collio: Opere e scritti del conte M. Leopardi, (pag. 14, Macerata 1847); A. D’Ancona: La famiglia di G. Leopardi (Nuova Antologia, 15 ottobre 1878); M. A. Aulard: Un guelfe au XIXe siècle (Revue politique et littéraire, 14 juin 1879.); Comtesse Teresa Leopardi: Notes biographiques sur Leopardi et sa famille (Paris, A. Lamerre MDCCCLXXXI); G. Piergili: Il conte Monaldo Leopardi (Nuova Antologia, 15 febbraio 1882). Tutti costoro sia per la natura de’ loro scritti, sia per altre ragioni facili a comprendersi non hanno potuto dare a grandi linee e colorire la figura di Monaldo: hanno dovuto rappresentarne le fattezze in iscorcio, e taluno forse neppure in ciò è riuscito sempre esattissimo.