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pagai intieramente alli 6 del mese suddetto. Al soldati diedi alquanti scudi in regalo; egli fu contento di me ed io di lui.

Il sig. Urbani il quale approfittando della inesperienza mia giovanile, mi aveva messo in quel brutto intrico, si condusse da galantuomo successivamente, e si adoperò di buona fede per restituirmi la somma come fece; ma ciò seguì dopo molto tempo, ed io da questo fatto riportai gravissimi danni, senza contare le angustie crudeli di quei due giorni, fra i più crudi della mia vita. Nulladimeno quella sicurtà non fu l’ultima fatta da me, perchè il buon cuore e la compassione, viziosi anch’essi quando eccedono, mi strascinarono a farne alcune altre, delle quali pure ho pagata sempre la pena, quantunque non tanto rigorosamente. Anzi nell’anno seguente 1802 lo stesso creditore che aveva ordinato tanto crudamente l’arresto mio, ebbe bisogno di me, ed io conoscendolo appena, mi obbligai per lui nella somma di scudi 500, e poco mancò che non li perdessi. Non so se quel tratto mio fu generosità, orgoglio, o follia; so bensì che il Signore vorrà perdonarmi le offese che ho fatte alla sua maestà, perchè io ho perdonato sempre e perdono di cuore le offese che ho ricevute.

LXXVII.

Conto dell’amministrazione annonaria.

Durante la mia amministrazione della Annona frumentaria tutti i proprietarii di terre ebbero ordine di vendere al Comune l’intiero raccolto rispettivo, trattane solamente la quantità necessaria al consumo delle famiglie loro ma non tutti obbedirono perchè pagandosi dal comune i generi ad un prezzo molto minore del prezzo commerciale, ognuno pro-