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della patria. Qualunque altro avrebbe ottenuto lo stesso e avrebbe proceduto con lealtà maggiore.

Quattro o cinque giorni dopo il saccheggio sofferto da noi una colonna di qualche centinaro di Francesi si recò sopra Macerata insorta anch’essa e occupata dai briganti, ma quella città si tenne con le porte serrate, e fece un po’ di strepito sulle mura, sicchè i Francesi non fidandosi di assalirla retrocederono, pieni però di sdegno e giurando vendetta e sterminio. Io vivevo sempre inquieto temendo che al Governatore di Macerata venisse il capriccio di scrivermi, e temevo inoltre che avanzando nuovamente gli insurgenti e ritirandosi i Francesi in Ancona, prendessero ostaggi da Recanati nel qual caso era certo che non mi avrebbero preferito. Non potendo allontanarmi assai perchè mia Moglie era vicino al parto andai a Loreto con essa e vi stetti quattro o cinque giorni. Quella dimora era meno esposta per me, e sopratutto mi allontanava da tanti oggetti i quali mi ricordavano i terrori sofferti. Bisogna fuggire quell’aria in cui si cadde infermo, e molto più nelle ammalatie dello spirito giova allontanarsi dal luogo in cui nacquero e incrudelirono. Quella breve permanenza in Loreto fu per me un balsamo salutare, e ne tornai ristorato. In quei giorni i Francesi furono nuovamente sopra Macerata, ed essendone stati respinti come la prima volta si prepararono ad assalirla con forze capaci, e a darne un esempio memorabile.

LV.

Abboccamento col generale Mounnier.

Venne a comandarne l’assalto il Generale Mounnier, comandante di Ancona, e nella sera precedente pernottò qui in casa Antici. Il mio cognato, mia Moglie, e qualche altro