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VII


La prima contiene quel tanto di vita che il Leopardi lasciò scritta di se stesso, e il cui originale con servasi tuttora negli archivî della famiglia in Recanati. Della sua importanza dirà altri. Io dirò solo che a me sembra nello stesso tempo storia e romanzo: tanto è varia ed utile, tanto dilettevole e grave. Se gli articoli prenominati ebbero onesta accoglienza, il merito diasi tutto all’Autobiografia. Non mi piace farmi bello delle penne altrui, perchè poi non mi avvenga come alla malcapitata cornacchia.

Se anche l’Appendice abbia qualche importanza, giudichi egli il lettore. Io non saprei. Una cosa so, ed è che non ho avuto di mira altro che la verità. Talora forse, trattandosi di certe persone e di certe cose, sembrerà che avrei dovuto usare riguardi e prudenza, più che non ho fatto. Ma dopochè tutto quanto s’atteneva a quelle persone e a quelle cose, era già stato sciorinato al pubblico, il tacerne o il dissimularlo oltre all’essere prepostero, avrebbe stuzzicata vieppiù la curiosità, e alla narrazione dato sospetto di parziale. Il perchè, fatta qualche rarissima eccezione, ho presentato le cose nel loro aspetto, facendo solo qua e là qualche leggiero smussamento. Se ciò è colpa, mi s’imponga pur la penitenza.

E poichè ci siamo messi in via di confessare, aggiungerò che ho rifuggito a tutt’uomo dall’impigliarmi in rabbiose polemiche; che non ho voluto, e forse non avrei saputo, fare sfoggio di critica; che non ho stimato di dovere infarcire le mie pagine di erudizione, se non sempre difficile a pescare, spesso non facile a smaltire. Le quali cose se presso taluno de’lettori, ove