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in ogni altro luogo si organizzò una Municipalità, e quantunque per lo più ne facesse parte qualche uomo onesto, vi ebbero luogo, e preponderanza soggetti cattivi sicchè anche alla nostra patria toccò la sua parte di guai. Il primo suo comandante fu un capitano Gillet uomo rapace e fiero che si disse averci rubati quattromila scudi in quindici giorni. Costui volendo una carrozza la chiese al Comune in dono, e ottenuto dalla Municipalità un invito diretto a me perchè gliene consegnassi una mia, a notte tarda mentre stavo cenando, andò alla mia rimessa e senza complimenti con le proprie mani ne trasportò un legno che mi costava cinquecento scudi, e che non ebbi più. Il marchese Carlo Antici si rese benemerito della Patria poichè recatosi espressamente in Ancona ottenne la pronta remozione di quel malvagio.

Il Governo francese aveva usurpato queste provincie con l’intento principale di spolparle e non mancò al suo scopo, poichè non ci è genere di depredazione che non venisse esercitato in quel tempo con la più sfacciata impudenza. Non ho volontà e memoria per descrivere tutto quello che ci toccò di soffrire, ma alcuni tratti di generosità republicana serviranno a dare un’idea di quel regime che si intitolava rigeneratore. Il Papa costretto nell’anno precedente a pagare tanta somma aveva domandati gli argenti delle chiese e dei privati, constituendone un credito contro lo Stato, ma i privati fecero quello che vollero, e le chiese vennero trattate con somma discretezza, sicchè consegnarono solamente qualche superfluità. Questo risparmio però si fece per la Republica francese la quale nei primi giorni del suo dominio spogliò tutte le chiese dello Stato di qualsivoglia preziosità, e minacciandone i Rettori di morte, rubbarono tutto lasciando solamente a qualche chiesa un calice e una piside. Le cose le più sacre e i lavori più ricercati