Pagina:Augusto Guerri-Artisti fiesolani-1911.djvu/17


artisti fiesolani 15

Fiesole ove insegnò disegno e ornato nella scuola domenicale del chiostro della Canonica, e tutti ricordano ancora la sua indole mite e buona come la sua perizia nell’arte. E a Fiesole morì il sedici Decembre 1892.

Pure su queste colline, nella villa di Bellagio, sopra alle fonti dell’Affrico ed alla Valletta delle Donne celebrati dal Boccaccio, venne il Böcklin in memoria del quale l’autore di questi cenni scrisse la seguente epigrafe postavi dal Comune:


qui visse gli ultimi anni
di sua tarda vecchiezza
consolata da alte idealità
e quì morì il sedici gennaio 1901
ARNOLDO BÖCKLIN
di basilea
pittore egregio
che ispirandosi ad eschilo e a dante
seppe
studiando il vero
assorgere al sublime


E qui ponendo fine a questa enumerazione di artisti fiesolani, mi preme di concludere che dal quattrocento in poi non è stata mai interrotta a Fiesole la tradizione di valenti cultori delle belle arti.

Abbandoneranno i futuri questo sacro retaggio? Che se non può pretendersi debba ora sorgere nuovamente fra loro un Andrea Ferrucci o un Pagno Portigiani, può nondimeno lo studio colle idealità che porta seco e colle nozioni del disegno trasformare in artista l’artigiano, rialzandone la dignità personale ed esser principio alle aspirazioni che fecero grandi gli antichi.

E se al ridente spettacolo della natura è da attribuirsi la svegliatezza d’ingegno degli abitanti, dobbiamo invece ricercare la prima ragione dell’essersi questi consacrati alle arti del disegno nella vicinanza di quel monte brullo e tutto perforato di cave che si chiama il Monte Ceceri e che sovrasta a Firenze come il Pentelio ad Atene. Per la esistenza della pietra da taglio nelle vicinanze, fiorì dapprima il lavoro di scalpellino, come suol dirsi, di quadro, onde poi si passò all’ornato ed alla figura e, sempre usando lo scalpello ma cambiando materia, si venne a adoperare il legno