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artisti fiesolani 11


Cosimo I i gruppi delle Fatiche d’Ercole nel salone dei Cinquecento, la statua di S. Matteo nel Duomo di Firenze ed il bel gruppo di Paride ed Elena in Boboli nello sfondo della grotta del Buontalenti.

Era di questi Rossi la casa presso S. Apollinare a Fiesole.

Francesco di Giovanni di Taddeo Ferrucci, detto del Tadda, nacque nel 1497 ed il Vasari dice gli insegnasse il Duca Cosimo un sugo di erbe per dar la tempera ai ferri e lavorare il porfido, di che si era perduta l’arte. Fu cortigianeria quest’attribuzione al Granduca? Ad ogni modo il Tadda scolpì in porfido una fontana nel Palazzo Pitti; i ritratti del Duca Cosimo, della Duchessa Eleonora e di Cosimo il Vecchio in bassorilievo ed una testa di Gesù Cristo con tal perfezione di capelli e di barba che fece stupire il Buonarroti. E quando fu eretta in Piazza Santa Trinita la colonna in memoria del luogo ove il Duca Cosimo era stato avvisato della vittoria di Montemurlo, il Tadda vi scolpì il capitello e la statua di porfido che rappresenta la Giustizia. Morì a Firenze il 29 Maggio 1585 e fu sepolto in S. Girolamo di Fiesole da cui venne poi trasportato nel Duomo di detta Città, ove si vede il ritratto in porfido scolpito da lui stesso.

Un altro Ferrucci, Nicodemo discepolo del Passignano, dipinse in dieci scompartimenti nell’abside della Cattedrale di Fiesole la Storia di S. Romolo.

Zanobi Portigiani ed i suoi figli Fra Domenico e Girolamo, della stessa famiglia di Pagno scolare di Donatello, furono eccellenti nell’arte di fondere in bronzo. Fuse il primo le statue della fontana di Nettuno a Bologna, il secondo la statua di Sant’Antonino ed i bassorilievi istoriati nella Cappella di S. Marco in Firenze.

Tommaso di Piero Boscoli pure di Fiesole, scolare di Andrea Ferrucci, scolpì i due angioli sul sepolcro di Antonio Strozzi in Santa Maria Novella e, sul disegno di Michelangiolo, la statua ed il sarcofago di Giulio II ora in S. Pietro in Vincoli.

Giovambattista di Piero Sermei nato a Fiesole il 18 Luglio 1572, dapprima scalpellino, apprese dal Gian Bologna la scultura e fu autore dei busti dei Granduchi Cosimo I, Francesco e Ferdinando, sul loggiato dello Ospedale degli Innocenti.

Da Francesco di Simone detto delle Pecore, nacque Simone Mosca di S. Martino a Terenzano (1492-1553) scultore ed architetto egregio specialmente negli intagli di fregi e fogliame. Successe al Sansovino nei lavori del Santuario di Loreto e poi nella Cattedrale di Orvieto ove si mostrano le sue statue di apostoli