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la vera democrazia | 11 |
noi rimaniamo attoniti della grandezza di quella democrazia, e ci domandiamo perchè l’Italia libera ed una non ha saputo ancora ritrovare il segreto di quella potenza, ed agguagliare, se non superare, nelle arti, nella coltura, nelle industrie, nei commerci, nell’influenza civile, una sola di quelle sue gloriose e potenti città.
Ma qui pure badiamo a non cedere, come sussurra il nostro Dulcamara, a cotesti entusiasmi. A Firenze troppe cose mancarono a costituire una vera e durevole democrazia, perchè valga per noi l’illustre esempio. Anche quella democrazia si mostrò in fondo esclusiva, ingiusta, piena d’invidia; fu tratta a lasciare le cariche pubbliche alla sorte e la difesa dello Stato ai mercenari. Soprattutto poi quelle nostre democrazie non seppero elevarsi alla coscienza della nazionalità, perchè non avevano modo di sviluppare lo Stato. E se diedero illustri segni di amare la libertà, se la usarono splendidamente talvolta, acerbamente talaltra e la resero sorgente di opere magnifiche ed utili, si mostrarono male esperte nel conservarla. Era destino d’Italia afferrare i grandi propositi, ornarli di splendidi colori, consacrarli con generosi sacrifizii, e poi smarrirli dopo averli spinti a riprovevoli eccessi o guasti per difetto di giusta previsione e di tranquilla prudenza1.
VII.
Dopo la formazione degli Stati nazionali non era più possibile che il popolo fosse convocato tutto a Parlamento sulla pubblica piazza. In Inghilterra continuò tuttavia a tenersi il Parlamento, anche dopo l’unione degli Stati dell’eptarchia, e vi andarono quelli che erano al seguito del Re, o si trovavano nel luogo dove tenevasi, od avevano mezzi per andarvi, sino a che si trovò modo di raccogliervi di nuovo tutto il popolo, o coloro che se ne reputavano capaci, per mezzo dei rappresentanti, nominati e controllati da esso. Durò solo in alcuni cantoni della Svizzera l’antica forma di democrazia; tutti gli anni il popolo vi si raccoglie nella piazza o sul prato tradizionale, per esercitare un giorno di sovranità. Ma sono i cantoni più piccoli, dove la vita corre semplice, calma, pastorale; dove la vivacità del sentimento religioso tempera ogni esorbitanza, l’unità politica e geografica del paese è completa. E poi l’azione popolare ha il freno dei poteri federali. Negli altri cantoni, ed agli Stati Uniti d’America, come dovunque prevalse, nella repubblica o nella monarchia fondata sulla sovranità nazionale, la democrazia ha dovuto acconciarsi alla forma rappresentativa. La stampa, le associazioni politiche, i discorsi