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iscrizioni, ancora a posto sn i loenli chiusi. Di più questi lavori di sterro dettero anche agio di consolidare il cimitero esistente alla sinistra della via maestra, che parte dall’antico scalone, dove si colmarono grandi voragini prodotte dalla eccessiva vicinanza di gigantesche gallerie arenarie sottostanti. I lavori su detti condussero alla scoperta di un terzo piano più basso escavato in tarda età, giacché i frequenti monogrammi impressi su la calce dei loculi ancor chiusi lo assegnano al secolo IV avanzato. Anche qui si incontrò una grandiosa scala che conduceva fino al sopra terra e che fu sterrata, sostruita e ricoperta di volta, lasciando sopra un lucernario perchè ne fosse visibile la graziosa architettura. È ornata nelle pareti, a diversi ordini, di tante nicchie rettangolari contenenti sepolcri di bambini. Non si conosce esattamente l’obbiettivo di questa scala, che sembra guidasse al cubiculo di Eulalio. Si lavorò anche in quel descenso che trovasi in vicinanza della cripta dipinta con le figure dei sei santi.

Ma sopra tutto fu sistemata la basilica dei santi Nereo, Achilleo e Petronilla, e radunati i frammenti marmorei già esistenti e quelli nuovamente venuti alla luce, si ricomposero parecchi sarcofagi che ora adornano la basilica, decorando coi rimanenti frantumi le pareti. Fu possibile di ricostruire importanti iscrizioni con i diversi pezzi, e fra le altre è notevole un latercolo laterizio graffito con lettere maiuscole, il quale prova che nel 390 una galleria ora tagliata dal muro di fondazione era ancora sgombra, e, confrontato con un’altra iscrizione dei fedeli Beato e Vincenza, morti nel 395, permette di fissare la costruzione della basilica fra il 390 e il 395.

E nel cimitero stesso furono riportati per cura del collega Marucchi i frammenti damasiani da lui attribuiti ai ss. Marco e Marcelliano e quello della iscrizione di Irene sorella del papa Damaso da lui nuovamente rinvenuta fra i marmi accumulati nel Foro romano presso la Chiesa dei ss. Cosma e Damiano.

Inoltre furono rinvenute molte epigrafi pagane, provenienti forse da ville romane poste nei dintorni del cimitero di Domitilla e a questa grande necropoli, in vicinanza della basilica fu fatto praticare un nuovo accesso che ne rendesse assai più facile e comoda la visita agli studiosi.

Durante gli anni 1899 e 1900 fu costruita la scala del remoto cimitero dell’Annunziatella, e si portarono tutte le forze della Commissione alla completa sistemazione dei marmi esistenti nella basilica di s. Petronilla, e ultimati i lavori nelle fabbriche annesse nel maggio, festa dei santi eponimi, si inaugurò nella basilica l’iscrizione commemorativa dei fratelli De Merode, mecenati e patroni della basilica stessa. In preparazione poi del Congresso internazionale di archeologia cristiana, fin dal novembre decorso si fecero ulteriori lavori di compimento, per ricevere i congressisti e per rendere visibili le nuove scoperte, specialmente delle pitture che ritornano alla luce in questi giorni.

Non si debbono pertanto dimenticare altri eccellenti risultati ottenuti dalla diligenza di Monsignor Giuseppe Wilpert nel cimitero dei ss. Pietro e Marcellino. Perchè in occasione del Congresso la Commissione ha portato anche i lavori in quella necropoli e le speranze del lodato monsignore ebbero felice coronamento. Quattro cubiculi, insigni e nuovi nella Roma sotterranea per la specialità delle pitture decorative, hanno veduto la luce. Cosi ancora i grandiosi lavori che si eseguiscono in s. Nicomede, su la via Nomentana, per ritrovare memorie storiche di quel cimitero, se la stagione piovosa ne consentirà il compimento, riusciranno per i dotti delle cristiane antichità una gradita sorpresa.

Mons. Pietro Crostarosa.